"Il Novecento di Carta" in mostra al Castello Sforzesco di Milano e l'opera di Alberto Martini nell'ultima asta di Art-Rite
 

Si tratta di un’occasione irripetibile per avvicinarsi ad un formato artistico poco noto, ovvero la grande produzione su carta che accompagna il percorso di molti artisti lungo il panorama dell’arte moderna. Stampe e disegni, fin dal Cinquecento, sono state impiegate come metodo relativamente economico per gli artisti che intendono promuovere la propria opera preservando la qualità del prodotto materiale e raggiungendo al tempo stesso un bacino di acquirenti più vasto. Altri artisti si sono invece specializzati nel genere delle stampe, che rappresenta il centro della loro carriera anziché un’attività parallela. La mostra offre la possibilità di sondare questo aspetto nel contesto dell’arte italiana del Novecento, dalle visioni oniriche degli artisti simbolisti di inizio secolo fino alla Pop Art degli anni ’70.

La mostra, curata da Claudio Salsi, comprende i lavori di ben cento artisti di rilievo dell’arte italiana del ventesimo secolo. Collocato nelle stanze sotterranee della corte ducale, il percorso espositivo si sviluppa lungo due sale divise internamente per creare una progressione cronologica. Il curatore ha scelto di non considerare tutti i possibili filoni delle arti grafiche nel corso di un secolo lungo e denso. Piuttosto, ha deciso di prendere alcuni spunti e soffermarsi sugli eventi e i movimenti artistici più rilevanti e d’interesse per lo sviluppo di questo medium artistico. Troviamo grandi cavalli di battaglia della storia dell’arte nazionale quali il futurismo di Boccioni, di cui è possibile ammirare anche alcune stampe giovanili dal tono più classico che sperimentale, così come giganti del calibro di Amedeo Modigliani e Giorgio Morandi. Gli artisti selezionati includono anche figure eminenti dell’universo milanese, come ad esempio Enrico Baj, di cui Art-Rite ha recentemente presentato sei lotti all’asta U-3 del 26 Giugno. Tutte le opere proposte hanno riscontrato l’interesse del pubblico e sono state aggiudicate per prezzi che in tutti i casi hanno raggiunto o persino ecceduto le stime preliminari.
Per quanto la mostra tragga molte delle sue opere da collezioni pubbliche milanesi, la portata dei lavori proposti rimane internazionale e alquanto variegata. Figurano nomi notevoli, come ad esempio quelli di Auguste Rodin, il noto scultore francese, il norvegese Edvard Munch e il belga James Ensor, le cui immagini grottesche e macabre appaiono particolarmente affini a quelle dell’italiano Alberto Martini, di cui sono esposti cinque lavori e a cui è dedicata una sezione della mostra.