Art-Rite Auction House incontra Basilea
 

Nessuna modifica sostanziale nel concept in questa edizione 2018, rispetto agli anni precedenti.
Il piano terra ospitava, non esageriamo a dire, tutte le più importanti gallerie d’arte internazionali.
Percorrere i vari corridoi era come visitare venti, forse trenta, musei internazionali, tale era la presenza di opere di artisti moderni e contemporanei internazionali. 

Ogni passo era incontro.
All’ingresso della galleria Matthew Marks il pubblico non riusciva a staccare lo sguardo da Spinning Wheel, il filatoio realizzato in tessuto felpato viola di Katarina Fritsch. Sulla parete in fondo al booth dominava Workshop il lavoro fotografico di Thomas Demand, in cui, il fotografo tedesco, aveva completamente riallestito il laboratorio di un liutaio. Gli strumenti musicali sono stati ricostruiti nelle loro normali dimensioni in cartone e si presentavano, a seconda dello strumento, in una fase di più o meno avanzata realizzazione. Il passaggio di stato nelle varie fasi era il filo conduttore di una narrazione assolutamente realista che non veniva sublimata, ma fermata nell’attimo dallo scatto fotografico. Secco e impietoso.

Poco più avanti da Spruth Magers era impossibile non essere attratti dalla installazione dell’artista americana Kara Walker le cui immagini dure, in bianco e nero, della serie Another Ancestor, sembravano accentuare il contrasto con il pubblico dei collezionisti. Walker sin dal suo esordio ha scelto di lavorare su temi mai passati di moda e di attualità nella storia e nelle storie degli uomini, quali la discriminazione razziale e sessuale, la violenza sulle donne.

Nel booth di Xavier Hufkens due dipinti di una delle grandi signore dell’arte americana, Alice Neel (1900 – 1984), per decenni dimenticata da curatori e dealers.
Neel nei primi decenni del secolo scorso visse con il marito cubano tra Cuba e gli Stati Uniti. L’artista sin dall’inizio scelse di ritrarre la gente e dipingere il contesto, al tempo stesso normale e speciale, nel quale viveva. Nulla poteva distrarre il suo sguardo d’artista dalla realtà di ogni giorno.
Alice Neel ritraeva i suoi vicini di casa, i suoi amici, i poeti, gli scrittori, molti per nulla noti, una realtà e un mondo al quale si è avvicinata, anni più tardi, l’artista fotografa Nan Goldin.
Nello stand della galleria di Bruxelles, Richard on Towel, un afroamericano, forse amico, forse semplicemente conoscente che Neel aveva ritratto con indosso solo un towel attorno ai fianchi. La seconda tela Nancy and the twins riprendeva uno dei temi più amati dagli artisti del passato "la Madonna con il bambino".
Successo in fiera per un’altra artista il cui lavoro era stato perso di vista, Lubaina Himid, classe 1954, originaria di Zanzibar ma da trent’anni cittadina britannica. Le tele di Himid, presentate dalla galleria Hollybush Gardens, mostrano un tratto pittorico essenziale, quasi puro nella sua estrema semplicità. Le vicende narrate sono quelle che meglio conosce, una traslazione del suo vissuto, un puzzle di storie di gente che veniva da altrove e cercava una nuova vita in Gran Bretagna, per molti una sorta di madrepatria. Himid è stata insignita nel 2017 del prestigioso Turner Prize, premio che ha focalizzato di nuovo all’attenzione internazionale sul suo lavoro. Le prossime mostre, al New Museum di New York e una partecipazione a Sharjah Biennale nel 2019.

Art Basel ha voluto rendere omaggio al grandissimo artista americano Sam Gilliam (Tupelo, Missisipi, 1933), definito ‘the American Legend’, ma quasi per nulla noto in Europa. Il Kunst Museum ha dedicato a Gilliam il primo solo show europeo, titolato ‘The Colors of Music’. Votato alla pittura astratta, Gilliam, presentato in fiera da Mnuchin di New York, ha dipinto un infinito numero di stained canvas, dove l’astrazione non è distanza dalla realtà, ma vita quotidiana declinata in molti infiniti colori e nuance di colori.

Da Levy Gorvy di New York, installata in un angolo del booth, non troppo in vista, era esposta Superficie Rigata, un lavoro storico a firma Enrico Castellani. Superficie Rigata (datata 1961) rimandava alle poetiche optical, quindi un’opera distante dalle serie dei monocromi così noti al pubblico internazionale. A pochi stand di distanza, Christian Stein presentava nel suo spazio, un Cemento di Giuseppe Uncini.

Al piano superiore sembrava di essere un po’ alla festa dell’arte contemporanea. Lavori alcuni straordinariamente preziosi, soprattutto a livello di mercato, quale Il grande tronco a firma Ai Wei Wei installato nello spazioso stand della galleria berlinese Neugerriemschneider.
I tondi di Anish Kapoor da Massimo Minini, i quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto da Continua.
L’ingresso ad entrambe le gallerie era, a tratti, quasi inaccessibile data la quantità di pubblico che affollava i loro stand.
Da Sfeir-Semler, la galleria di Beirut con anche una sede ad Amburgo, erano esposte una serie di opere astratte e un paio di ritratti, del pittore siriano Marwan (1934 – 2016), uno degli autori più amati dal pubblico medio orientale, le cui tele sono presenti in molte collezioni private medio orientali.

Di grande effetto lo spazio della giovane galleria Experimenter di Kolkata dove erano presenti le installazioni dell’artista indiano Rathin Barman, Yes This Used to be a Veranda e We Have a Different Spaces in Mind.

I visitatori di questa ultima edizione della fiera sono stati 95mila in una settimana. Il pubblico era straordinariamente vario, con i top collezionisti internazionali raccolti soprattutto nei giorni della preview dell’inizio settimana. Il leit motiv riguardo la fiera da tempo è ‘Art Basel is different’, in molti non sanno dare una risposta precisa al perché di questa affermazione. Ma possiamo provarci. Come dicevamo una fiera delle dimensioni di Art Basel è un’opportunità per incontrare, tutte insieme, opere di artisti e grandi maestri che sarebbe davvero difficile vedere in una visita ad un museo. Ma soprattutto Art Basel è un mood, una scelta, un viaggio alla scoperta o riscoperta dell’arte del nostro tempo, che non ci delude mai, perché ognuno di noi, nel proprio modo, secondo il proprio sentire, riesce a trovare quello che ama e si porta a casa uno straordinario ricordo.
E, diversamente dai viaggi nei paesi del mondo, il prossimo anno, non ritroverà più le stesse cose, ma tante, molte diverse.