Nell’estate del 1979 Stefano Tamburini e Filippo Scòzzari trascorsero alcuni mesi a New York, entrando in contatto e facendo tesoro della grande capacità creativa con cui oltreoceano venivano utilizzati i più svariati strumenti di comunicazione, come riviste, t-shirt, gadget e dischi autoprodotti.
È da quest’esperienza, e dall’incontro con il giornalista Vincenzo Sparagna, che prese corpo Frigidaire, rivista contenitore che vide la luce nel novembre del 1980. Ottanta pagine circa che fecero di Frigidaire molto più di una semplice rivista di fumetti: dall’attualità alle inchieste giornalistiche, dalla musica ai reportage di guerra, la parola d’ordine era la più assoluta libertà d’espressione. Libertà che ha permesso di travalicare le logiche dell’informazione settoriale e dare vita a un prodotto che, sebbene qualcuno al tempo abbia storto il naso, è stato in grado di rappresentare il gusto di un’epoca, lasciandosi alle spalle la cappa di piombo degli anni ’70 e di affacciarsi a una creatività dal gusto sempre più globale.
L’intero progetto grafico e l’impaginazione furono seguiti dallo stesso Tamburini: sue sono, tra l’altro, alcune delle più iconiche copertine, compresa quella del numero uno, che rappresenta la sintesi grafica e artistica più completa del progetto avveniristico della rivista.
L’opera, che come molte altre dell’autore è un collage di cartoncini colorati, raffigura «nell’astratta eleganza delle forme l’uomo contemporaneo nella sua essenza di consumatore individuale privo di valori universali, chiuso nella sua identità senza qualità, replay di un soggetto manipolabile, ridotto dal mercato postmoderno a oggetto». Si giunge quindi al minimo grado della figurazione, anche grazie all’uso di colori estremamente brillanti, con l’accostamento di rossi, gialli e rosa, ed alla decisione di velare lo sguardo del soggetto con occhiali futuristici. Un’immagine gelida e bellissima, talmente perfetta che Sparagna ricorda quanto fu difficile convincere Tamburini a romperne la silenziosa efficacia per inserire almeno il titolo della testata.